Il libro di Ida Zanolini

Ida Zanolini (1895 -1985) ha scritto il libro "Storia di Castenedolo".

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Descrizione

Ida Zanolini nasce a Brescia il 21 marzo 1895, ma ben presto si trasferisce a Castenedolo dove trascorrerà tutta la vita.

Frequenta le scuole Normali a Brescia e diverrà maestra nel 1913. Nel 1916 inizia ad insegnare nella frazione di Bredazzane e successivamente a Capodimonte, nel 1930 viene trasferita a Castenedolo dove rimarrà fino alla pensione nel 1950. Nel 1910, quindicenne, aveva cominciato la sua partecipazione attiva alle associazioni parrocchiali e Canossiane, prendendo tra l'altro a cuore la filodrammatica dell'oratorio femminile: una delle sue prime commedie scritte porta la data del 1918. Nel 1928 inizia a scrivere su Vita Canossiana periodico missionario: sempre più attiva nel volontariato, per alcuni anni dirigerà l'Azione Cattolica locale, e nel 1950 diverrà laica Canossiana.

Nel 1931 pubblica la "Storia Meravigliosa", vita di Suor Giuseppina Bakhita, diventata Santa nell'ottobre del 2000. Nel 1941 pubblica la "Vita di Maddalena di Canossa", la Fondatrice delle Canossiane. Nel 1950 pubblica la "Vita di Donna Barbara Melzi".

Ormai in pensione può finalmente dedicarsi a tempo pieno alle attività di volontariato, quali l'insegnamento di Italiano e Francese nella scuola Professionale delle Suore Canossiane, nella scuola festiva di recupero e nella scuola media serale per adulti. Dal 1951 al 1970 fa parte dell'Amministrazione Comunale di Castenedolo come Assessore alla Pubblica Istruzione e alle Opere Sociali: tra quest'ultime ideò e diresse la Colonia Comunale Montana di Castenedolo dal 1953 al 1963.

Inizia a scrivere la "Storia di Castenedolo" ormai ottantenne nel timore di non riuscire a terminarla data l'età avanzata; portata a termine nel 1979, scriverà nella presentazione: "dedico il libro ai miei ex alunni e ex alunne per lasciare loro un ricordo affettuoso e continuare con essi un dialogo che ancora ci unisca".

Muore il 9 settembre 1985.

PRESENTAZIONE:

IDA ZANOLINI GAETANO PANAZZA RUGGERO BOSCHI IDA ZANOLINI

Ho scritto la "Storia di Castenedolo" per lasciare ai miei cari ex alunni e alle mie care ex alunne un ricordo affettuoso e per continuare con essi un dialogo che ancora ci unisca e ci insegni tante cose anche se i tempi sono cambiati.

La storia è maestra della vita. Ci addita tanti errori da evitare, ci sprona ad amare e aiutare i nostri concittadini, a cogliere ed a conservare il meglio delle tradizioni, ad onorare il paese con la buona condotta cristiana e civile, con il lavoro, la cultura, l'arte e le opere benefiche sull'esempio dei nostri avi dei secoli lontani e vicini. Ho scritto questa storia anche per soddisfare il desiderio della popolazione, ora che è esaurita l'edizione "Castenedolo " del cav. uff. rag. Vincenzo Geroldi e non più ristampata.

Conoscere la storia del proprio paese è sempre utile. L' ho scritta col mio solito stile facile e piano perchè sia accessibile a tutti.

Esprimo qui la mia viva riconoscenza a tutti coloro che mi hanno incoraggiato ad accingermi a questo non facile lavoro nonostante la mia certo non più verde età che non mi permetteva di muovermi a mio agio per le ricerche necessarie. E per questo ringrazio per primo il signor Renato Andreolassi che mi procurò documenti preziosi e importanti ricerche assistendomi con validi consigli e aggiornamenti. Ringrazio il signor Fausto Arrigotti dei libri procuratimi per consultazioni. Il signor Narciso Chiarini per le illustrazioni e la Presidenza dei Combattenti per avermi procurato i nomi dei gloriosi Caduti e dei decorati al Valor Militare. Al prof. Gaetano Panazza, Vice presidente dell'Ateneo di Brescia e all'architetto Ruggero Boschi, Sovrintendente dei beni ambientali ed architettonici di Brescia, Cremona e Mantova, la mia vivissima riconoscenza per essersi interessati al mio lavoro con la competenza che li distingue, incoraggiandomi a continuarlo.

Ringrazio poi sentitamente tutte le gentili persone che in vari modi spontaneamente mi hanno aiutata e sostenuto col loro entusiasmo il mio coraggio. Non ho la presunzione di aver fatto un capolavoro, magari ne fossi stata capace! Mi sono solo sforzata di parlare del paese che tanto amo e di aver portato il mio povero seme perchè altri lo faccia meglio germogliare.

GAETANO PANAZZA Le illustrazioni a china di questo volume, riguardanti angoli e aspetti di Castenedolo, sono del pittore concittadino Narciso Chiarini. A lui abbiamo chiesto di fissarci con l'ingegno, la fantasia e la personalissima tecnica alcuni luoghi del paese. A Ciso perchè, come il grande ed indimenticato Fiessi, è un castenedolese puro e come tale sa cogliere i momenti più significativi della nostra vita, dobbiamo esprimere un grazie sincero, per quello che ha fatto, dimostrandosi come sempre genuino conoscitore della nostra gente e simpatico interprete di una terra cordiale che accoglie sempre a braccia aperte.

Una testimonianza in più di affetto, affinchè, come Ciso l'ha visto, questo paese tramandi, come già in passato, serenità e rispetto per il prossimo. Castenedolo, in dialetto Castignidol: nome tutto nostrano che suscita, nel pronunciarlo, la visione e il ricordo dei folti castagneti un tempo ricoprenti le nostre prealpi; ma collegato, tuttavia, ad un toponimo antico fonte di discussioni fra i dotti  che trova rispondenza, in quello assai poetico, di altro paese della "Bassa" come Carpenedolo o in quelli di Edolo e di Cortenedolo, nell'alta Valle Camonica.

Indica un borgo steso sulla dorsale di una dolce e verdeggiante collinetta che costituisce l'ultimo anello dell'anfiteatro morenico del Benàco, posto ad un tiro di schioppo dal capoluogo da cui ebbe origine; borgo nel quale sembra vogliano con giungersi città e campagna con i loro usi, tradizioni, costumi e vicende storiche.

Un tempo la collinetta di Castenedolo, dominata dalla monumentale chiesa parrocchiale che biancheggiava da lontano, era ben visibile dall'immediata periferia della città o dalla strada che da Brescia porta a Rezzato e pareva fare buona guardia al viaggiatore; ma oggi, da un lato sembra che si sia allontanata, perchè non più visibile a causa dei condomini e delle fabbriche sorte ad occultarne la vista; dall'altro, invece ,per chi per corra la via Mantovana, è quasi collegata a Brescia per la scomparsa delle zone agricole e degli spazi inedificati fra l'antica circonvallazione cittadina e il borgo rurale.

Nel grigiore della nostra vita, un dato confortante costituisce la ripresa, sempre più ampia, degli studi di storia locale. Castenedolo si può dire che sia paese fortunato, sotto questo aspetto, se in circa mezzo secolo ha visto pubblicare, in modo esemplare, la sua storia e poi gli Statuti comunali ad opera di Vincenzo Geroldi ed ora può salutare questo nuovo volume dovuto alla signorina Ida Zanolini.

Il suo lavoro è frutto di lunghe e pazienti ricerche, guidate da fervido amore per la sua terra e la pro pria gente; ma è anche un libro che pare, come giustamente è stato scritto, quasi una fiaba , che si legge tutto d'un fiato.

In un'epoca come la nostra, di contestazione, di critica impietosa e di cinica indifferenza, fa bene allo spirito incontrare e farci quasi guidare da un'anima candida, convinta dei valori eterni della vita, che narra le vicende tristi e liete dei suoi conterranei con una sensibilità " deamicisiana " Se lo studioso, lo storico trovano ugualmente il dato che può loro interessare e risalire alla fonte che devono citare, è soprattutto all'umile "gente" di Castenedolo che l'autrice si rivolge e della quale intende far rivivere le secolari vicende in una forma piana e insieme avvincente. Di questo dovranno essere sempre grati i suoi concittadini che la conobbero e l'amarono, come ottima insegnante, nel corso di un lungo volgere di decenni.

RUGGERO BOSCHI C'è proprio tutto, il Carmagnola e Napoleone, i Lanzichenecchi ed i Disciplini, la Società Operaia e le Canossiane, la Regina Elena e le insegnanti del paese, il tram e la Conciliazione, le campane della chiesa, i Caduti ed il calzificio in questo delicato affresco di vita castenedolese.

Un affresco magico che, nonostante il rigore e l'esattezza dei dati di sostegno, emana una vaga caratteristica di atemporalità nella quale gli eventi si situano in una dimensione trasfigurata dove pericoli spaventevoli minacciano ma le difficoltà vengono superate, dove il male viene punito e Ia virtù riceve Ia sua ricompensa e dove i personaggi che si muovono in questi scenari fantastici sono figure archetipiche che incarnano tutte le contraddittorie tendenze.

Si rivela qui la Zanolini didatta, la maestra che per tutta la lunghezza di una vita si è dedicata a presentare e ad interpretare per i suoi ragazzi le vicende della vita, i grandi avvenimenti ed i piccoli segni, e che con loro Si è divertita a giocare sapientemente con il prezioso materiale distillato dalla saggezza e dall'inventiva degli uomini e dei popoli. Non solo, ma anche la Zanolini che, anticipando i tempi, travalicava la dimensione del suo impegno scolastico per estendere la sua attività all'esterno, tra la gente, recitando le sue poesie, rappresentando le sue commedie, pubblicando le sue ricerche storico-rievocative.

Ma la chiave interpretativa di questa singolare ed appassionante Storia di Castenedolo forse non è solo qui ma viene rivelata dal titolo del primo paragrafo dove i termini evocano esplicitamente il mondo fiabesco.

La Zanolini, in sostanza, nel solco di un'antichissima tradizione, ci ha riproposto una lezione morale sotto forma di fiaba e, ben conscia che la creazione delle fiabe è dovuta al contributo di molte persone, ha rivissuto i vari periodi ponendosi in mezzo ai loro protagonisti, dirigendo con abilità e maestrìa lo svolgimento corale degli episodi costringendoci a vedere con gli stessi occhi stupiti ed interessati e con la stessa partecipazione di coloro che li avevano vissuti. In questo senso la Storia ci sembra così viva e palpitante, così adeguata in modo ideale alla mentalità degli uomini, da mettere bene in evidenza come la mentalità stessa sia rimasta immutata attraverso i secoli col suo tumultuoso contenuto di con/use aspirazioni, angosce, ideali, frustrazioni.

E solo la completa padronanza che l'autrice possiede nei confronti della ricerca e della sua utilizzazione a fini educativi poteva consentire quei continui, vivaci rimandi tra i fatti locali e gli avvenimenti universali che le consentono di non cadere nel provincialistico, riduttivo campanilismo e di affrontare con taglio corretto anche argomenti quali compaiono negli ultimi capitoli: il dialetto, i vestiti, le usanze, i soprannomi.

Ma esiste anche un'altra componente che caratterizza questo prezioso libro e che traspare, pagina per pagina, dalla prima all'ultima, dando un tono unico all'opera: l'affetto verso Castenedolo ed i suoi abitanti. Non importa se così come ora o come nei secoli passati. t un affetto che investe tutto senza tener conto se si tratti di storia o di cronaca, con un atteggiamento riscontrabile solo nelle storie scritte da chi le vive da dentro, con partecipazione diretta, come testimonianza.

In questo senso sembra riallacciarsi a quei modi diaristici così diffusi negli anni passati (ma con quale diversa attenzione storica e didattica!), di cui un esempio manoscritto è stato ritrovato recentemente dal Panazza presso la Fondazione Ugo da Como di Lonato e nel quale, sotto al titolo: Anottacioni de fatti successi a tempi Nostri (a partire dal 1 785 ), viene accostata, trattandola con la medesima intensità espressiva, la tempesta che, a Castenedolo, al 16 agosto 1794 non solo portò via lua ma persino dove era il formentone non si trovava più ne formentone ne melga si delle folie non sen trovava piu insegna... e la rivoluzione francese contro un Re che commette dogni sorte di schleragini e pratica molte tiranie contro le persone dogni sesso e condicione guastando le entratte, atterando case distrugendo comerci e negoci e persino monastieri e chiese.

La Storia è raccontata in modo semplice ed accessibile, con grande rispetto per il lettore, per un lettore che probabilmente ha dimostrato a volte uno scarso interesse per le cose del passato, per il mondo che gli era stato tramandato, che ha lasciato che nuovi miti bruciassero gli antichi ricordi, che violenti rituali improvvisati seppellissero le memorie collettive. Questa Storia che ci rivela le origini, che ci ricorda gli avvenimenti di ieri ai quali, volenti o nolenti, ci siamo formati, che ci pone di fronte alle nostre responsabilità come anelli di con giunzione tra un passato ed un futuro, tra ii nostro passato ed il nostro futuro, rivelerà a chi avrà ancora l'animo libero e la mente disponibile, il suo più pro fondo e più vero intento scoprendosi come atto di fiducia nei con fronti dell'uomo, fiducia di non essere ormai irrimediabilmente lontani dall'ultima spiaggia della convivenza umana.

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Elenco capitoli: 1 - Sembra una fiaba; 2 - L'uomo di Castenedolo; 3 - Varietà e fertilità dei terreni; 4 - Il dono di un Vescono; 5 - L'ospizio di S. Giacomo; 6 - La Chiesa di S. Giacomo; 7 - La strada mantovana; 8 - Castenedolo comunità - Il Castelvecchio; 9- Castenedolo prospera; 10 - La prima Chiesa di Castenedolo 11 - Il Paese; 12 - Le squadre; 13 - Rapporti economici; 14 - La roggia Lupa; 15 - Statuti di Castenedolo del 1444; 16 - Il Castello nuovo; 17 - Il Comune si emancipa; 18 - La popolazione; 19 - Notizie demografiche; 20 - Francesco Bussone Conte di Carmagnola 21 - Possedimenti del Carmagnola a Castenedolo; 22 - La casa padronale del Carmagnola; 23 - Tragica fine del Carmagnola; 24 - I beni del Carmagnola; 25 - Passaggio di truppe; 26 - Calamità; 27 - Le cavallette; 28 - Castenedolo ospita Caterina Cornano; 29 - Battaglia di Lepanto; 30 - La peste di S. Carlo; 31 - Entrate del Comune; 32 - Possedimenti del Comune; 33 - Planet, pianet, pianetto, planetto, planette; 34 - Periodo del terrore; 35 - Il Comune aggiorna gli Statuti del 1444; 36 - I Lanzichenecchi e il sacco di Mantova; 37 - La peste del 1630-31; 38 - La Chiesa dei Disciplini; 39 - Il pozzo pubblico; 40 - Castendolo nel 1700; 41 - Napoleone Bonaparte a Castenedolo; 42 - La quercia di Napoleone; 43 - La nuova Chiesa parrocchiale; 44 - Inizio dei lavori; 44 bis - L'orologio sul frontone della Chiesa; 44 ter - La sacrestia - la canonica - la Chiesa del suffragio; 45 - Il Campanile e le campane; 46 - L'organo; 47 - Il cimitero; 48 - La piazza della Chiesa; 49 - La illuminazione pubblica; 50 - La vecchia e la nuova fornace; 51 - Castenedolo nel risorgimento nazionale; 52 - Società operaia agricola di mutuo soccorso; 53 - Il tram a vapore; 54 - Le Canossiane a Castenedolo; 55 - Scuola materna; 56 - Frazioni e cascine, ville e palazzi; 57 - Frazione Capodimonte; 58 - La villa dei nobili Longhena; 59 - Il pozzo tagliente; 60 - Maria Picinina; 60 bis - La frazione Cresce; 61 - Frazione Macina; 62 - La Rodenga; 63 - Cascina Preferita; 64 - La Borgognina; 65 - La Cascina e la villa Borra; 66 - Cascina Pezzora; 67 - La Cascina Fenarola; 68 - Villa e cascina di S. Giustina; 69 - La Chiesa di S. Giustina; 70 - Brevi cenni sulla famiglia Archetti; 71 - Le altre cascine del Paese; 72 - Ville e palazzi; 73 - Palazzo Belpietro già Carmagnola; 74 - Palazzo Durante ora Palazzo Geroldi; 75 - La casa Ruspini, ora Boschi; 76 - Casa Bolzoli già Archetti; 77 - Altre case belle; 78 - Nuovi villaggi; 79 - La filodrammatica di Castenedolo; 80 - Società Cattolina maschile di mutuo soccorso; 81 - La Cassa Rurale; 82 - Le gare dei primi aerei nella brughiera di Montichiari; 83 - L'acquedotto; 84 - Castenedolo e le guerre; 85 - Combattenti caduti 1915-1918; 86 - Il dopoguerra; 87 - 1918: la febbre "spagnola"; 88 - Il Fascismo; 89 - La casa di riposo per gli anziani; 90 - Il nuovo fabbricato scolastico; 91 - Inaugurazione monumento ai caduti; 92 - Il botteghino della beneficienza; 93 - Vittima di un esperimento; 94 - La conciliazione fra Stato e Chiesa; 95 - Il lavoro femminile; 96 - Il tram elettrico; 97 - La campagna d'Etiopia; 98 - Morte del Cav. Uff. Pietro Pisa; 99 - Il centenario della nostra Chiesa Parrocchiale; 100 - La seconda guerra Mondiale 1940-45; 101 - Le nostre campane chiamate alla guerra; 102 - Voto solenne ai SS. Faustino e Giovita: 15/2/1944; 103 - L'armistizio; 104 - Combattenti caduti nella campagna d'Etiopia e nella guerra 1940-45; 105 - Gloria ai caduti; 106 - Decorati al valor militare; 107 - Altre due poesie del tempo di guerra; 108 - Avvenimenti dopo la seconda guerra; 109 - Vita politico-amministrativa a Castenedolo dal 1946 al 1975; 110 - Amministratori del Comune di Castenedolo; 111 - Sorge un calzificio; 112 - A.C.L.I.; 113 - La Madonna Pellegrina; 114 - Le campane ritornano; 115 - Il nuovo Oratorio maschile; 116 - L'edilizia a Castenedolo dopo la seconda guerra; 117 - Una iniziativa feconda; 118 - Inaugurazione di opere ideate da Don Zanetti; 119 - A.V.I.S. organizzazione di solidarietà umana; 120 - Cinque morette a Castenedolo; 121 - Biblioteca Comunale; 122 - La Casa del Popolo; 123 - I muratori di Castenedolo per i terremotati; 124 - La nuova sede della Democrazia Cristiana; 125 - Stemma del Comune; 126 - Castenedolesi che hanno fatto e fanno onore al loro Paese; 127 - I nostri medici defunti dal 1900 ad oggi; 128 - Benefattori; 129 - L'iniziativa di un maestro; 130 - Insegnanti defunti; 131 - Testamento spirituale della maestra Rita Donelli; 132 - Feste religiose tradizionali; 133 - I Sacri Tridui a suffragio dei morti; 134 - Il Corpus Domini; 135 - Festa della propiziazione; 136 - La Festa della Madonna del Rosario; 137 - La quarta domenica di ottobre festa di ringraziamento; 138 - Festa di S. Luigi di Capodimonte; 139 - La Festa del Santo Patrono; 140 - Lagente di Castenedolo; 141 - Il nostro parlare; 142 - La foggia degli abiti femminili; 143 - Come vestivano gli uomini; 144 - Come vestivano i bambini; 145 - La risidura (ossia la suocera) e la nuora; 146 - La cucina; 147 - La camenada; 148 - La camera da letto; 149 - La stalla; 150 - La richiesta di matrimonio (i domandadur); 151 - I matrimoni; 152 - Allegro suonatore di fisarmonica; 153 - I gha batìa le tòle; 154 - La festa, d'estate; 155 - Il giovedì grasso o di mezza quaresima; 156 - Il fuoco di S. Antonio; 157 - A Pasqua e a Natale; 158 - I grì e le massole; 159 - La spannocchiatura del granoturco; 160 - La trebbiatura del grano; 161 - La sariola; 162 - L'ospitalità e l'elemosina; 163 - Per fugare la tempesta; 164 - I funerali; 165 - Soprannomi; 166 - Gli Arcipreti di Castenedolo; 167 - Reverendi Curati passati al servizio della Parrocchia; 168 - Sacerdoti di Castenedolo ordinati dal 1946 al 1975; 169 - Don Antonio Bolzoli, il Prete dei moribondi impenitenti; 170 - Castenedolo rievoca il suo passato.

L'intero libro è scaricabile in formato PDF da questa pagina.

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Pagina aggiornata il 30/10/2024